Come trasformare l'emozione dolorosa dell'ansia in una risorsa preziosa

Potremmo metaforicamente paragonare l’ansia ad un allarme; l’allarme della nostra auto o del nostro appartamento. L’allarme scatta e comincia a suonare quando un malintenzionato si avvicina alla nostra auto o tenta di entrare nel nostro appartamento. In tal modo l’allarme ci protegge da un furto, da un atto vandalico o da un’intrusione.

L’allarme, quindi, svolge correttamente la sua funzione di protezione e sicurezza.

Se invece l’allarme scatta e comincia a suonare tutte le volte che passa un cane, un gatto o per fenomeni atmosferici come il vento o la pioggia oppure se cadono le foglie, allora c’è qualcosa “che non funziona”...

Rischiamo di allarmarci inutilmente, di stare sempre in guardia, di non dormire più perché temiamo l’arrivo di un ladro … o, al contrario, rischiamo di ignorare l’allarme in quanto continua a mandare segnale errati e così potremmo essere poi realmente vittime di un furto.

In entrambi i casi lo stress che proviamo è fonte di disagio; cosi per l’ansia.

Essa diventa un problema quando ci travolge in assenza di un pericolo o minaccia reale o comunque quando è sproporzionata rispetto agli eventi reali.

Quando l’ansia diventa intensa, frequente e tale da compromettere il ns benessere, rappresentando un ostacolo nella vita quotidiana, si parla di disturbo d’ansia.

Esiste una differenza tra la “normale esperienza d’ansia e quella di “disturbo d’ansia”. Le persone non possono “tirarsi su” come spesso viene loro detto da amici e parenti perché non conoscono la natura del loro malessere.

I sintomi dell’ansia possono essere i più diversi e variamente sperimentati nello stesso momento. 

I più comuni sono accelerazione del battito cardiaco, incapacità di respirare a fondo, sensazione di soffocamento, stordimento, vertigine, nausea, bocca secca, sudorazione, stanchezza …i sintomi dissociativi riguardano depersonalizzazione, senso di irrealtà ...insonnia, paura, ipercontrollo, … e così via...

Cosa non dobbiamo fare?

Proviamo a riflettere su cosa non dobbiamo fare anziché su cosa fare... Come possiamo trasformare questa emozione dolorosa in una risorsa preziosa?

Di solito quando si provano delle emozioni dolorose la prima reazione che si mette in atto è quella di combatterle. “Devo essere più forte” “volere è potere” “Se proprio lo voglio ci riesco” ...

Si mette in atto una lotta da cui si vuole uscire vincitori. Smettiamo di combattere e proviamo invece ad ascoltare questo disagio che in realtà è un messaggio importante del nostro mondo interiore.

Spesso andiamo alla ricerca della causa o cause che hanno provocato questo disagio.

Diventiamo ossessionati e cominciamo ragionare sui “se”...; se avessi preso un’altra decisione... se avessi colto quell’opportunità’ ... se avessi agito diversamente... se se se... impieghiamo inutilmente energie e tempo... 

L’ansia non è effetto di cause esterne bensì di spinte interne che ci vogliono mandare dei segnali per aiutarci a fare dei cambiamenti piccoli o grandi ma sempre utili per il nostro benessere.

Tanto meno dobbiamo evitarla o fuggirla …; se non l’ascoltiamo e lei vuole parlarci per dirci qualcosa di importante per noi essa troverà altre strade per farsi sentire aumentando il nostro disagio, magari anche con manifestazioni psicosomatiche.

Quindi occorre prima di tutto accogliere l’emozione, farla accomodare, darle spazio anche se fastidiosa, senza giudicarla.

Il disagio insorge perché vuole farci ritrovare la nostra vera essenza.

Arriva spesso per mandarci dei segnali e scuoterci da situazioni in cui siamo bloccati e farci vedere risorse, energie, strategie nascoste per farci progredire nel nostro percorso verso il benessere.

Occorre allargare la nostra visione e cogliere il panorama delle nostre emozioni e del nostro mondo interiore.

Non esistono solo emozioni giuste o sbagliate, belle o brutte … ogni volta che si cataloga un’emozione come giusta o sbaglia, ogni volta che si ignora un segnale del corpo, ogni volta che allontaniamo un pensiero perché non confacente o adeguato...ogni volta che cerchiamo di annullare lati di noi che non sono etichettati come leciti ... non riusciamo a riconoscere la natura diversa delle nostre emozioni ...

Naturalmente l’ansia si manifesta a diversi livelli. Affrontare il disagio significa prima di tutto evidenziarne e riconoscerne il livello. Se è un disturbo lieve possono essere sufficienti strategie come la respirazione, lo yoga, la meditazione, lo stile di vita sano dal punto di vista alimentare, lo sport, vita sociale ...

A livelli più elevati è opportuno ricorrere ad uno specialista ed eventuale terapia farmacologica.

Ma ciò che mi preme sottolineare è che il punto fondamentale di partenza rimane quello di accettare, riconoscere, osservare la propria ansia non più come una nemica bensì come una risorsa preziosa ed un’opportunità di crescita.

I disturbi da ansia non minacciano la vita come tali: è solo la nostra incomprensione della loro natura che ce li fa apparire così minacciosi.


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Dott.ssa Paola Mossotto
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