Donne che amano troppo.
Maslow, nella sua teoria dei bisogni (1954), inserisce l’amore nel sistema motivazionale alla base dell’azione umana collocandolo all’interno della categoria bisogni d’appartenenza sociale.
Sternberg (1986) elabora un modello che individua diverse tipologie di amore.
La ‘’Teoria Triangolare’’ di Sternberg prevede, infatti, sette modalità di espressione amorosa risultanti da incroci tra intimità (confidenza, condivisione, affinità), passione (attrazione fisica) e decisione/impegno (responsabilità e volontà).
Sternberg distingue tra:
- Simpatia (intimità): confidenza e calore tipici dei rapporti di amicizia;
- Infatuazione (passione): caratteristica del colpo di fulmine e dei rapporti a prima vista con l’idealizzazione dell’altro/a;
- Amore vuoto (decisione-impegno): amore stagnante, routinario e senza dialogo;
- Amore romantico (intimità + passione): rimanda alle grandi storie d’amore letterarie o alle tipiche avventure estive con la presenza di vicinanza e attrazione ma senza progettualità;
- Amore fatuo (passione + impegno): passione senza conoscenza emotiva;
- Amore/amicizia (intimità + decisione/impegno): nei rapporti di lunga durata dove la passione si è spenta ma resta la condivisione;
- Amore vissuto (intimità + passione + decisione/impegno): amore completo.
La possibilità di andare oltre la fase di innamoramento (amore romantico) e di amare l’altro dipende dalla capacità dei membri della coppia di percepirsi e rispettarsi come individui separati, cioè di riconoscere l’altro nella sua diversità senza per questo perdere di vista la propria individualità.
In una relazione sana dovrebbero essere presenti i seguenti elementi :
- Rispetto reciproco;
- Reciprocità;
- Comunicazione;
- Confini sani;
- Impegno;
- Valori condivisi;
- Flessibilità;
- Fiducia reciproca.
Per far in modo che siano presenti, all’interno di una relazione, questi elementi, è fondamentale che i membri della coppia abbiano uno schema (pensiero) di sicurezza/indipendenza/valore e stima di sé.
La presenza di uno schema di questo tipo dipende, in larga parte e originariamente, dal vissuto infantile e dallo stile di attaccamento con la figura di riferimento.
La mancanza totale di uno schema di sicurezza e valore (presenza di uno schema di insicurezza/non valore/inadeguatezza) conduce, inevitabilmente, alla perdita di alcuni degli elementi fondamentali per una relazione sana e, quindi, alla creazione di un’eventuale relazione malsana e disfunzionale.
Robin Norwood, nel suo libro «Donne che amano troppo», rappresenta perfettamente il «mal d’amore».
Descrive, infatti, i vissuti emotivi delle protagoniste focalizzando l’attenzione sulla loro infanzia, spesso, traumatica.
«Quando essere innamorate significa soffrire, stiamo amando troppo. Quando nella maggior parte delle nostre conversazioni parliamo di lui, dei suoi problemi, dei suoi sentimenti, stiamo amando troppo. Quando giustifichiamo i suoi malumori o li consideriamo conseguenza di un’infanzia infelice, stiamo amando troppo. Quando non ci piacciono il suo carattere, il suo modo di pensare e il suo comportamento, ma ci adattiamo pensando che se noi saremo abbastanza attraenti e affettuose lui vorrà cambiare per amor nostro, stiamo amando troppo. Quando la relazione con lui mette a repentaglio il nostro benessere emotivo, e forse anche la nostra salute e la nostra sicurezza, stiamo decisamente amando troppo».
Si parla di «amori-dipendenti» per indicare quelle persone che hanno bisogno dell’amore come altre necessitano, per esempio, di droga o cibo.
Vitale è la necessità di avere e mantenere rapporti personali che danno all’individuo la sensazione di non essere mai solo.
Vi è un’idea dominante di essere incapaci di vivere soli e di non essere in grado di affrontare gli eventi della vita.
Vi è, inoltre, un grande timore dell’abbandono manifestato concomportamenti tipicamente dipendenti.
I pensieri centrali sono i seguenti:
«Ho bisogno degli altri per poter sopravvivere»;
«Non posso vivere senza lui/lei»;
«Non posso mai essere felice a meno che non sia amato/a»; «Se mi abbandonano, morirò».
Ciò che temono di più sono il rifiuto e l’abbandono e non si sentono in grado di poter affrontare la vita autonomamente.
Sperimentano fondamentalmente ansia ma, nel momento in cui la figura accudente viene meno, potrebbero cadere nella depressione.
La dipendenza affettiva, a lungo andare, rappresenta sicuramente una condizione invalidante e stressante che richiede un lavoro specifico.
Ci sono delle strategie semplici e concrete per cercare di gestire questa condizione ma, nella maggior parte dei casi, il/la dipendente ha bisogno di un aiuto specifico per cercare di raggiungere la consapevolezza e la gestione della dipendenza per cercare una relazione sana.
DOTT.SSA PAOLA MOSSOTTO
Specialista in psicologia dell'individuo
Ricordati che lo psicologo non e’ davanti a te per giudicare ma per accoglierti ed ascoltarti.
Dott.ssa Paola Mossotto
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