Quante volte abbiamo sentito il famoso detto “la perfezione non esiste” o “nessuno è perfetto”?
Per quanto ognuno di noi sia consapevole che l’essere umano è incompleto per natura, la società in cui viviamo ci impone valori di benessere improntati sull’autoaffermazione e autorealizzazione professionale, sulla bellezza estetica, sulla competizione, sui risultati da raggiungere e in una parola sull’apparenza.
Ciò che è venuto a mancare è l’importanza di essere persone di valore, a favore di sembrare qualcuno che in realtà non siamo.
Basti pensare all’avvento prepotente dei social network: quello che conta è mostrare ad altri quanto sia bella e perfetta la nostra vita.Scartiamo le foto in cui appare anche solo un difetto mentre diffondiamo solo quelle in cui la nostra immagine appare splendida agli occhi degli altri. In questo modo alimentiamo un circolo vizioso fatto di situazioni da guardare da lontano privando ad altri la possibilità di conoscerci a fondo nella nostra autenticità.
Spettacolizzare la nostra vita significa mostrare un perfezionismo da guardare che svuota il nostro vero essere. Ed è proprio questo vuoto interiore che necessita di essere continuamente riempito, dando luogo a quel senso di “non è mai abbastanza” che sperimentano le persone eccessivamente perfezioniste.
Di per sé, il desiderio di fare bene, di raggiungere buoni risultati, di curare il proprio aspetto, di porsi obiettivi ambiziosi non è né sbagliato né patologico, lo diventa quando l’individuo sviluppa un’ossessione ritualistica per ogni azione o dettaglio e quando soprattutto vive ogni manchevolezza con disagio e sofferenza psicologica.
I sintomi principali del perfezionismo patologico sono i seguenti:
- sensazione di fallimento in qualunque attività
- procrastinare per paura di non essere all’altezza del compito o di non completarlo in modo perfetto
- sviluppare manie di controllo sulle relazioni interpersonali intime e professionali
- diventare ossessionati con regole, liste di cose da fare, lavoro oppure al contrario diventare estrememente apatici
- considerare il risultato più importante del lavoro svolto, del processo di apprendimento e così via
- focalizzarsi in modo ossessivo e ripetitivo sui dettagli del proprio corpo o del lavoro che si sta svolgendo
- pretendere standard elevati di successo da parte del partner, amici e figli, diventando ipercritico
Esistono tre tipi di perfezionismo patologico:
- diretto verso se stessi
- diretto verso gli altri
- percepito come socialmente imposto
Perfezionismo percepito come socialmente imposto
Percezione di standard di rendimento imposti dall’esterno. Sensazione che gli altri abbiano aspettative esagerate e che sia necessario soddisfarle per averne l’approvazione. Estrema irritabilità verso chi si dimostra esigente. Tendenza alla depressione e alla fobia sociale per l’impossibilità di soddisfare le aspettative
Perfezionismo diretto verso se stessi
Standard personali impossibili da realizzare, frutto di un’auto-imposizione. Tendenza a un’eccessiva severità verso se stessi. Forte senso di frustrazione, che può portare a depressione.
Diretto verso gli altri
Pretesa di un completo adeguamento da parte degli altri ai propri standard di perfezionismo. Incapacità a delegare i compiti ad altre persone. Difficoltà a controllare la propria aggressività verso gli altri e problemi a relazionarsi.
Per chi riconosce di avere comportamenti caratterizzati da perfezionismo patologico, può rivelarsi molto utile rivolgersi a specialisti che possano individuare il problema e le possibili cause e possano trattarli in modo appropriato.